La remota valle dello Zanskar (Luisa Chelotti)
Storia
La Valle dello Zanskar si trova in Ladakh, la provincia più ampia dello stato di Jammu e Kashmir confederato nell’Unione Indiana. I confini attuali di questa provincia, dopo che i principati di Hunza, Skardu, Kaploo e Gilgit furono annessi al Pakistan, sono delimitati a nordovest dal Baltistan pakistano, dalle regioni autonome cinesi del Xinjiang a nord e del Tibet ad est, dagli stati indiani a sud e sudovest.
Il suo nome deriva dal tibetano Ladwangw, “paese degli alti valichi”.
I numerosi passi di alta quota, di importanza strategica fra Himalaya e Karakorum, condizionano ancor oggi l’economia e la storia del paese. Le valli, che seguono il corso del Fiume Indo dal confine del Tibet a sudest fino alla linea del cessate il fuoco indo-pakistana a nordovest, fanno parte dell’estrema propaggine dell’acrocoro tibetano e hanno in comune con il Tibet gli aspetti morfologici e climatici, come pure la religione e le popolazioni.
Nei millenni l’area vide l’arrivo di molte popolazioni nomadi e dai reperti ritrovati risalenti all’età del bronzo si evince che alcune di esse fossero di cacciatori delle steppe dell’Asia centrale, stabili fra il Kazakistan e la Cina, di origine mongola.
Potrebbero aver vissuto in questa regione popolazioni di origine indo europea, dapprima i Lun, sostituiti dai Dard, e poi, durante l’impero Kushan (100 a.C.- 400 d.C.), dai Mon, popolazione proveniente dall’India del Nord. I Mon penetrarono nella Valle dello Zanskar portando la religione buddhista, della quale restano le grandi sculture rupestri. Successivamente, nel VII secolo, le popolazioni provenienti dall’altopiano tibetano, scacciati i Mon, si insediarono definitivamente nelle terre più alte, dove tra il secolo X e XI furono fondate due case reali che costruirono i monasteri di Karsha e Phugtal. Esistette quindi nello Zanskar per quattro secoli un regno buddhista più o meno indipendente retto da quattro famiglie reali fra loro imparentate.
Nel XV secolo fu sottomesso al regno del Ladakh, rimanendo apparentemente indipendente a causa delle difficoltà logistiche della sua valle fino al 1822, quando fu invaso e il palazzo reale di Padum saccheggiato e distrutto. Nel villaggio di Zangla vive ancora il Gyalpo, ovvero il re di questo feudo himalayano, privo di poteri oggettivi, ma rispettato dalla gente su cui esercita una certa autorevolezza.